La nostra storia sa di antico, come
d’altronde ogni storia.
Ha radici simili a quelle delle
favole, dove c’è un luogo impervio da attraversare, fatto di mille pericoli e
personaggi da incontrare per poter avanzare nel cammino, per arrivare al
finale.
I protagonisti siamo noi, un gruppo
di mamme.
Il personaggio non è dei più
consueti, in genere ci sono i bambini che attraversano i boschi e incontrano i
lupi, le streghe....Noi ci siamo arrivate in età un po’ più avanzata, ma non
senza il nostro bambino, i nostri bambini, dentro e fuori.
Abbiamo cominciato a porci delle
domande sul luogo in cui abbiamo scelto di abitare, sulle relazioni con gli
altri, altri genitori, altri bambini, con la curiosità di conoscere e potersi
affidare, ma anche con la paura di fare brutti incontri, di non incontrarsi
affatto.
La prima cosa che mi ha detto mia
figlia quando le ho proposto di fare scuola nel bosco è stata:”Nel bosco!!!!
Non scherziamo, c’è il lupo mamma!”.
Aveva tre anni e ora che ne ha ormai
sette non rinuncia mai a una uscita con i suoi amici di bosco e quando torna mi
racconta le meraviglie che ha visto: ”Mamma - mi dice - oggi è stato
meraviglioso, sai, c’era il giallo, il rosso, il marrone... mancavi solo tu.”
Si, nel bosco ci si va senza mamma, si impara ad andare senza mamma, e lo
sguardo degli adulti è lo sguardo degli alberi, il richiamo è il fruscio delle
foglie, il sentiero un insieme di tracce.
Prima di cominciare questa avventura
nel nostro territorio, alcune mamme si sono concesse un’esplorazione di questo tipo
di esperienze in Svizzera, dove i kindergarten sono diffusi da circa una decina
d’anni, importando a loro volta questa esperienza dai paesi più a nord.
L’esigenza nasce dal poter mantenere
un contatto con la Natura, affrontando le condizioni che naturalmente essa
pone... la pioggia, il freddo, i limiti, gli abitanti del bosco da conoscere e
rispettare... e molto altro ancora, che diventa la consapevolezza del non
conosciuto sempre in divenire.
Nella società attuale, il rischio di
subire un deficit di Natura (Louve) è molto alto, addirittura di subirlo senza
rendersi conto di aver perso qualcosa di prezioso per la nostra salute fisica e
mentale. Noi e i nostri figli rischiamo quotidianamente di proiettarci in un
mondo di immagini della Natura, scisse dagli odori, dai suoni, dai materiali
reali, e questa scissione ci stranisce, dagli altri e da noi stessi, senza
rendercene conto disimpariamo a riconoscere le nostre tracce odorose, le nostre
tracce sonore, il nostro corpo e riappropriarci della nostra identità diventa
non più un’avventura, ma una missione impossibile.
Questo lavoro abbiamo voluto farlo
per lasciare traccia del senso del nostro operare, recuperando, come Pollicino,
tutti i pezzettini di pane che ci hanno nutrito durante questo viaggio e che ci
hanno permesso di costruire un sentiero piacevole e ricco di stimoli utili per
la crescita di chiunque desideri stare in relazione con la Natura, con gli
altri, con se’ stesso.
Barbara Turini
Grazie per l’interesse.
Nessun commento:
Posta un commento