giovedì 21 marzo 2013

La nostra storia




La nostra storia sa di antico, come d’altronde ogni storia.
Ha radici simili a quelle delle favole, dove c’è un luogo impervio da attraversare, fatto di mille pericoli e personaggi da incontrare per poter avanzare nel cammino, per arrivare al finale.
I protagonisti siamo noi, un gruppo di mamme.
Il personaggio non è dei più consueti, in genere ci sono i bambini che attraversano i boschi e incontrano i lupi, le streghe....Noi ci siamo arrivate in età un po’ più avanzata, ma non senza il nostro bambino, i nostri bambini, dentro e fuori.
Abbiamo cominciato a porci delle domande sul luogo in cui abbiamo scelto di abitare, sulle relazioni con gli altri, altri genitori, altri bambini, con la curiosità di conoscere e potersi affidare, ma anche con la paura di fare brutti incontri, di non incontrarsi affatto.
La prima cosa che mi ha detto mia figlia quando le ho proposto di fare scuola nel bosco è stata:”Nel bosco!!!! Non scherziamo, c’è il lupo mamma!”.
Aveva tre anni e ora che ne ha ormai sette non rinuncia mai a una uscita con i suoi amici di bosco e quando torna mi racconta le meraviglie che ha visto: ”Mamma - mi dice - oggi è stato meraviglioso, sai, c’era il giallo, il rosso, il marrone... mancavi solo tu.” Si, nel bosco ci si va senza mamma, si impara ad andare senza mamma, e lo sguardo degli adulti è lo sguardo degli alberi, il richiamo è il fruscio delle foglie, il sentiero un insieme di tracce.
Prima di cominciare questa avventura nel nostro territorio, alcune mamme si sono concesse un’esplorazione di questo tipo di esperienze in Svizzera, dove i kindergarten sono diffusi da circa una decina d’anni, importando a loro volta questa esperienza dai paesi più a nord.
L’esigenza nasce dal poter mantenere un contatto con la Natura, affrontando le condizioni che naturalmente essa pone... la pioggia, il freddo, i limiti, gli abitanti del bosco da conoscere e rispettare... e molto altro ancora, che diventa la consapevolezza del non conosciuto sempre in divenire.
Nella società attuale, il rischio di subire un deficit di Natura (Louve) è molto alto, addirittura di subirlo senza rendersi conto di aver perso qualcosa di prezioso per la nostra salute fisica e mentale. Noi e i nostri figli rischiamo quotidianamente di proiettarci in un mondo di immagini della Natura, scisse dagli odori, dai suoni, dai materiali reali, e questa scissione ci stranisce, dagli altri e da noi stessi, senza rendercene conto disimpariamo a riconoscere le nostre tracce odorose, le nostre tracce sonore, il nostro corpo e riappropriarci della nostra identità diventa non più un’avventura, ma una missione impossibile.
Questo lavoro abbiamo voluto farlo per lasciare traccia del senso del nostro operare, recuperando, come Pollicino, tutti i pezzettini di pane che ci hanno nutrito durante questo viaggio e che ci hanno permesso di costruire un sentiero piacevole e ricco di stimoli utili per la crescita di chiunque desideri stare in relazione con la Natura, con gli altri, con se’ stesso.

Barbara Turini

Grazie per l’interesse.

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